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Bagaglio a mano

Ed eccoti qui a riempire il vuoto tra le mie braccia, giovane donna dalla pelle sconosciuta come il tuo accento. È nuova per te la nota legnosa del mio profumo, o ti è familiare?
Respirane ancora, prima che questo freddo vento aprendo le porte all’autunno la confonda di sale e spuma e rosmarino.
Non riescono a star fermi, i tuoi capelli, ed i loro riflessi sotto un sole ormai stanco confondono questi occhi abituati a fermare il tempo.
Chissà se tra gli ignari passanti ad ovest un randagio fiuterà nell’aria i contorni del nostro abbraccio, la terra arida e le rocce della scogliera, il soffio tra gli arbusti ed i colpi del mare e questo tuo respiro che solleva le mie spalle. Ed una farfalla che offre il profilo più sottile al vento per resistere aggrappata al mirto. Spiccare il volo fa paura a tutti, in certe condizioni.
E a noi?
Un aereo, una piccola auto ed infine due valigie che si incontrano per la prima volta.
Quanta strada avete fatto, fino ad oggi, e quanta ne verrà domani. Nuovi treni, nuovi alberghi vi vedranno lontane. Avrete memoria di oggi, forse, di una stanza fuori dal mondo, aperte una accanto all’altra ed ignare, come l’universo, di due corpi capaci di trovarsi anche nel sonno, abbracciandosi senza svegliarsi, perfettamente complementari come in una danza provata mille anni, come stelle doppie attorno al loro invisibile baricentro.
Avevi mai dormito cosi? Ho paura a chiedere.
L’ultima sveglia, la corsa in aeroporto, e noi stretti un’ora fino alla chiamata d’imbarco, un bacio ed un arrivederci che già sa di addio.
Non c’è bisogno di dirtelo, lo sai già. Chi guarda oltre la superficie delle cose non può non amare.
Allora saprai anche che stare senza di noi non sarà mai come prima.